Io a 12 anni, con la mia prima, stupenda bici da corsa!
“...Vengo da una famiglia di sportivi ciclisti, veri pionieri di questo nobile sport: mio padre Angelo e mio zio Pietro che fu tre volte campione d'Italia, vincitore della prima Tre Valli Varesine (1919), partecipò ai Giochi Olimpici di Anversa (1920), vinse un Giro del Lago di Lemano (1923), fu il primo italiano a salire sul podio nella Parigi - Roubaix (1925), vinse diverse Sei Giorni in Europa e Negli Stati Uniti in coppia con Costante Girardengo; fu un grande campione. Io, primo maschio della famiglia a nascere dopo la sua prematura scomparsa, ho avuto l'onore di prenderne il nome...”
Zio - Pietro Bestetti,
(1898 -1936)
Papà - Angelo Bestetti,
(1902 - 1973)
Mantua me genuit
“...Con Virgilio voglio esprimere la fierezza di essere nato in questa antica città dove ho vissuto la parte più dolce della mia infanzia.
“La fantasia può cominciare da qui”, diceva di Mantova Guido Piovene nel suo celebre Viaggio in Italia e infatti, per noi bambini, l'illustre passato era l'occulto regista della inconsapevole recita quotidiana per la vita, protetti dagli austeri palazzi che facevano da quinta alle nostre vere storie da inventare...”
Myself - 1967
Carlo Carrà, “Il Cavaliere Occidentale” - 1917.
“... In questo quadro del Maestro Futurista sono racchiusi buona parte degli elementi pittorici e simbolici (la maschera, le decorazioni verticali della casacca, la grafica delle linee orizzontali di sfondo, il concetto di cavaliere solitario...) che hanno costituito l'essenza della mia ricerca grafica. Ero così impressionato dai capolavori dei Maestri del Rinascimento Italiano: Piero della Francesca, Paolo Uccello, Simone Martini... che quando, nel 1960 vidi per la prima volta questa opera di Carrà, rimasi stupito e compiaciuto nel constatare che pure lui ne era stato soggiogato e come, attraverso la visione futurista, fosse avvenuto un rinnovamento rivoluzionario; infatti, i documenti allegorico/decorativi tipici della Pittura Italiana del Quattrocento: i ricchi costumi decorati a strisce verticali, le maschere degli elmi, le strutture architettoniche, i ritmi grafici delle linee di alabarde nelle scene guerresche ecc., che all'epoca erano mera citazione documentale e realistica di vita quotidiana, assurgevano (o potevano assurgere) ora, a struttura portante e significativa di un nuovo ruolo pittorico e grafico diventando, non solo evocativamente, pertinenti a discorsi e contenuti estetici diversi e attuali, validi anche per le mie esigenze artistiche ...“.
Paul Klee, "Principe Nero" - 1927
“...Paul Klee fu il 'colpo di fulmine' per tutti noi allievi della Scuola d'Arte: l'idolo che poteva essere paragonato a una rock star dell'arte figurativa: i suoi lavori ci sembravano l'ovvia evoluzione dell'arte moderna, la via indicata e indiscutibile da seguire. Quelle sue immagini rarefatte, indefinite, i segni grafici così “colti” evocanti codici di culture antiche o di altri mondi remoti o di là da venire e da scoprire (ma da lui già visitati), ci impressionarono davvero...”
© Carlo Carrà by SIAE 2014
1961 - A Parigi! A Parigi!
Prima tappa, Nizza: bagni Beau Rivage.
Parigi, a noi due!
1961 - Premiazione a Palazzo del Senato anno scolastico 1960-61, Milano.
1960 – Pittura murale cm.300x300. 17 anni, prima “vera” commessa di lavoro!
Le origini
“...verso i dieci anni, nelle calde estati mantovane, con gli amici, all'insaputa dei genitori, cominciai ad andare a nuotare al lago dove, con l'acqua fino agli occhi mi capitava di guardare il profilo della città e a volte avevo l'impressione di vederla volare, elegante e misteriosa, libera nello spazio. L'effetto era dovuto al cielo che si rifletteva perfettamente nell'acqua. E' ricordando questo fenomeno che ho avuto, più tardi, l'idea di realizzare le “Città Ideali Volanti”. Quella immagine è sempre rimasta viva nella mente, mi ha seguito nel tempo ed è uno dei temi ricorrenti del mio percorso artistico...”
“...Mamma (con l'ombrellino) e due tra le sue molte amiche che frequentavano casa nostra. Fascino, libertà, autorevolezza, eleganza, cultura, dolcezza, intelligenza: quelle donne hanno avuto un ruolo decisivo nella mia formazione culturale. Anni dopo, ricordandole, ho fatto una lunga serie di ritratti a matita, piuttosto emblematici della visione che avevo della loro presenza...”